Fare rosolare in pentola con mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva, prezzemolo e aglio, cipolla, pinoli, capperi, olive liguri (taggiasche).
Aggiungere le patate tagliate a pezzi e fare cuocere coprendo con acqua e un pò di sale.
Aggiungere lo stoccafisso senza spine e fare cuocere per alcuni minuti.
Stoccafisso
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Regioni | Liguria |
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Dettagli | |
Categoria | secondo piatto |
Riconoscimento | P.A.T. |
Settore | Preparazioni di pesci |
Altre informazioni | Lo Stocco di Mammola e lo Stocco alla ghiotta sono preparazioni a base di stoccafisso inserite nell'elenco di prodotti agroalimentari tradizionali italiani |
Lo stoccafisso (o stocco in alcune zone dell'Italia meridionale) è merluzzo artico norvegese (Gadus morhua) conservato per essiccazione. La tecnica è tuttavia adatta anche per altre specie di pesce dalle carni bianche.
L'origine del nome deriva probabilmente dalla cittadina norvegese di Stokke. Secondo alcuni però potrebbe derivare dal norvegese stokkfisk oppure dall'olandese antico stocvisch, ovvero "pesce a bastone", secondo altri dall'inglese stockfish, ovvero "pesce da stoccaggio" (scorta, approvvigionamento); altri ancora sostengono che pure il termine inglese sia mutuato dall'olandese antico, con lo stesso significato di "pesce bastone".[1]
Simile al baccalà nell'aspetto, lo stoccafisso ha un sapore completamente diverso e si differenzia dal primo, che viene invece conservato mediante salatura. Nell'Italia settentrionale (in particolare nell'area della dominazione veneziana dove fu inizialmente introdotto) lo stoccafisso assume tuttavia il nome di bacalà, tanto che il rinomato baccalà alla vicentina è in effetti preparato con lo stoccafisso[2]; nell'Italia meridionale viene invece chiamato stocco o pesce stocco (piscistoccu).
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