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Lanterna di Genova
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La Lanterna nel Medioevo
Una delle stampe raffiguranti le due Lanterne (1490 circa).
La prima torre risale all'
epoca medioevale (
1128) ed era caratterizzata da una
struttura architettonica formata da tre tronchi
merlati. La strada di collegamento tra Genova ed il ponente, la
Via di Francia, costeggiava l'arco portuale ed il Promontorio, probabilmente passando in origine a picco sul mare. Le rappresentazioni grafiche della strada la descrivono invece in una veste più recente, sicuramente non anteriore al
XVII secolo, passante all'interno del faro attraverso la cosiddetta "tagliata", una profonda trincea scavata a monte della Lanterna.
A livello urbanistico la Lanterna era in quel periodo quindi relativamente lontana dalla città, e solo nel XVII secolo venne inglobata nella cosiddetta
Cerchia Seicentesca, la poderosa cerchia di mura lunga quasi diciannove chilometri attorno alla città, quasi interamente esistente ancora ai nostri giorni.
Sulla sommità venivano accesi steli secchi di
erica (
"brugo") o di ginestra (
"brusca") allo scopo di segnalare le navi in avvicinamento, i cui padroni dovevano pagare una tassa "
pro igne facendo in capite fari"
[5] al momento dell'approdo. La torre diventò protagonista della
guerra tra
Guelfi e
Ghibellini, quando venne danneggiata da questi ultimi che tentarono di far scendere i guelfi che vi si erano rifugiati all'interno.
Era il
1318 e, tre anni dopo, nel
1321, si procedette ad un primo consolidamento scavando un fossato a difesa. Nel
1326 venne installata la prima lanterna alimentata ad
olio di oliva per aiutare le
navi a bene individuare l'ingresso alla città. Con lo stesso scopo vi venne dipinto nel
1340 lo stemma del comune di Genova. Attorno al
1400 la torre diventò anche prigione per ospitare come ostaggi, per cinque anni, il
re di
Cipro,
Giacomo di Lusignano, qui rinchiuso assieme alla moglie.
Nel
1405 i
sacerdoti guardiani della Lanterna posero sulla cupola un pesce ed una croce di metallo dorato, simbolo di
cristianità. Nel
1413 un decreto dei "Consoli del Mare" stanziò un fondo di "lire 36" per assicurare la gestione del faro, divenuto ormai indispensabile per la sicurezza della navigazione. Nel
1449 tra i custodi della lanterna venne nominato anche Antonio Colombo zio paterno di
Cristoforo Colombo.
La ricostruzione del 1543
Nel
1507 ai piedi della Lanterna venne edificato il "Forte Briglia", una fortificazione che ospitava una guarnigione francese. Da qui, e da un vascello da guerra che bloccava il traffico navale, nel
1513 i francesi assediarono il porto di Genova, che venne liberato dalle forze genovesi capitanate da
Andrea Doria, comandante del porto e della flotta. Durante questa battaglia la Lanterna venne pesantemente danneggiata dal
fuoco amico dei colpi di bombarda esplosi dagli insorti genovesi contro i dominatori francesi. Dopo trent'anni, nel
1543, la Lanterna venne ricostruita per volontà del doge
Andrea Centurione Pietrasanta che fece finanziare il lavori dal
Banco di San Giorgio, ed assunse così l'aspetto attuale.
Il fuoco di Luigi XIV e le innovazioni del Risorgimento
Nel
1692 si ebbe poi la ricostruzione della vetrata distrutta dal bombardamento del
1684 voluto dall'ammiraglio francese
Marchese di Segnalay per ordine di re
Luigi XIV.
Al
1778 risale la costruzione di un impianto antifulmine destinato a mettere fine ai numerosi danni provocati dai
fulmini nell'arco di diversi secoli. Va detto che per secoli l'illuminazione è avvenuta con lampade di metallo o di vetro a stoppino.
Nel
1840 venne realizzata un'
ottica rotante su carro a
ruote con
lente di Fresnel e il
15 gennaio del
1841 venne acceso ed avviato il nuovo sistema di illuminazione.
Verso la fine dell'
Ottocento tale sistema venne però modificato per aumentarne la portata. Dopo un ulteriore aggiornamento nel
1913, nel
1936 si ebbe il passaggio alla elettrificazione moderna, fino agli ultimi lavori compiuti nel
1956 dopo i danni ricevuti dall'aviazione
statunitense e
britannica nella
Seconda guerra mondiale.